E il tempo rallenta
fra argini improvvisati
di mura domestiche
che diventano prigioni
per chi aspira a volare.
E dopo ore d’intenso fumo,
ubriachi di noia, vinti
e nauseati d’inquietudine,
stupiti torniamo a cogliere
note d’antico sapore
come fossero fiori rari
nati fuori stagione
fra gli interstizi dimenticati
della nostra dimora
incredula di tanta vita nascosta
fra le sue pieghe impolverate
celate dietro un ordine imperfetto.
E, se domani torneremo a volare,
sillabe e tinte ormai sconosciute
ricevute in dono lungo una notte
minacciosa, piena d’insidie
e catene d’amari pensieri,
c’indicheranno il segreto
per apprezzare le gemme
incastonate fra giorni
sempre identici e affollati
che ai nostri occhi socchiusi
ormai non brillavano più
immemori del tremore vivo
che la libertà può regalare.