Eccomi Signore,

sono nella tua casa dove accogli e ti lasci accogliere,

 il silenzio che avverto è abitato.

Siamo soli, io più di Te,

Tu prigioniero del tuo amore, io del mio timore.

Le mani intrecciate, il cuore in ansia,

i pensieri guizzano in ricerca.

Ora sono un uomo allo specchio.

Era ieri, vestito di autosufficienza

oggi, nudo e vulnerabile, ieri saccente e supponente

oggi ridimensionato e con la paura che mi segna.

Ieri la fretta come imperativo, oggi il passo lento.

Che cosa è successo?

Vedo nei volti coperti di mascherina angoscia.

Vedo occhi che mi frugano dentro

l’indifferenza di ieri, oggi più di un setaccio a scrutarmi.

Siamo ancora soli,

il Tuo amore mi contagia più del virus.

Una luce fa spazio alla penombra

come lama mi accarezza.

Comprendo e mi lascio investire.

Torno a cercarti per capire e il tuo silenzio si fa voce:

“Sono sempre con voi anche quando alterate

l’ordine, che ho dato ad ogni cosa.

L’argine alla mia Onnipotenza si chiama libertà

che usate secondo i vostri progetti

il risultato nei secoli testimonia sofferenza e disperazione.”

La luce mi abbandona, ma il mio cuore diventa rifugio

dove custodire ogni cosa.

Fuori mi aspettano, aspettano Te.

Autore Di Ruggiero Francesco

Professore in pensione

Profilo pubblico

picc

picc@memorialcorradogiachino.it

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