Eccomi Signore,
sono nella tua casa dove accogli e ti lasci accogliere,
il silenzio che avverto è abitato.
Siamo soli, io più di Te,
Tu prigioniero del tuo amore, io del mio timore.
Le mani intrecciate, il cuore in ansia,
i pensieri guizzano in ricerca.
Ora sono un uomo allo specchio.
Era ieri, vestito di autosufficienza
oggi, nudo e vulnerabile, ieri saccente e supponente
oggi ridimensionato e con la paura che mi segna.
Ieri la fretta come imperativo, oggi il passo lento.
Che cosa è successo?
Vedo nei volti coperti di mascherina angoscia.
Vedo occhi che mi frugano dentro
l’indifferenza di ieri, oggi più di un setaccio a scrutarmi.
Siamo ancora soli,
il Tuo amore mi contagia più del virus.
Una luce fa spazio alla penombra
come lama mi accarezza.
Comprendo e mi lascio investire.
Torno a cercarti per capire e il tuo silenzio si fa voce:
“Sono sempre con voi anche quando alterate
l’ordine, che ho dato ad ogni cosa.
L’argine alla mia Onnipotenza si chiama libertà
che usate secondo i vostri progetti
il risultato nei secoli testimonia sofferenza e disperazione.”
La luce mi abbandona, ma il mio cuore diventa rifugio
dove custodire ogni cosa.
Fuori mi aspettano, aspettano Te.